Perego, il console degli Ufo
16 FEBBRAIO 2011 | di Flavio Vanetti
L’amico Ivan Ceci ha pubblicato un volume su Alberto Perego, figura illustre della diplomazia italiana che ha avuto anche una profonda relazione con l’ufologia. Ho chiesto pertanto a Ivan di scrivere e inviarmi un post sul suo lavoro. Ecco il suo contributo, che comincia da una serie di note biografiche sul personaggio.
Ferrarese e della ricca borghesia
Alberto Perego nasce a Ferrara nel 1903 in una famiglia appartenente alla ricca borghesia italiana. A ventiquattro anni, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza a Bologna, entra per concorso nella carriera diplomatico consolare ricoprendo da subito importanti incarichi di rappresentanza presso ambasciate e sedi diplomatiche italiane all’estero. Il Ministero degli Affari Esteri Italiano, all’epoca sotto la direzione di Galeazzo Ciano, lo invia dapprima in Brasile a Rio De Janeiro in qualità di segretario di ambasciata, poi in Africa, dove raggiungerà la carica di console generale presso la sede diplomatica di Susa, Tunisia. Dopo il matrimonio a Roma, nel 1937, con una donna austriaca, Perego sarà inviato dallo stesso Ciano in estremo Oriente, prima a Bangkok e in seguito a Singapore,con l’incarico di curare le delicate relazioni con il Giappone in vista dell’alleanza contro l’Inghilterra. In quegli anni, come ricorderà anche Ciano nel suo Diario, Perego sarà anche protagonista di una delicata azione di intelligence per il recupero dei piani delle basi inglesi a Singapore. Piani che Mussolini, aveva intenzione di donare al Giappone per rinsaldare i rapporti diplomatici in vista di una futura alleanza contro gli Inglesi. Finita la guerra Perego viene messo a riposo dal tribunale per le epurazioni istituito subito dopo la fine del conflitto mondiale e si stabilisce a Roma trova impiego presso la Chinotto-Neri in qualità di rappresentante delle vendite di acque minerali.
La “croce” sui cieli del Vaticano
Sarà proprio a Roma, sul tetto dello stabilimento Neri, che Perego assisterà, la mattina del 6 novembre 1954, alla comparsa della famosa formazione “a croce” sui cieli del Vaticano, composta da centinaia di piccoli globi luminosi, del tutto simili alle odierne flotillas sudamericane. Quell’avvistamento, testimoniato direttamente da Perego e da molti altri testimoni oculari, fu solo l’inizio del suo interesse per la questione dei dischi volanti.
Dapprima convinto dal suo approccio estremamente pragmatico che fossero apparecchi russi, Perego si convinse pian piano, anche a seguito di numerosi altri avvistamenti, effettuati da lui stesso e raccolti dalle moltissime persone che si recavano da lui per raccontare le loro esperienze, che il fenomeno non poteva avere una matrice umana ma che al contrario dovesse avere inevitabilmente un’origine extraterrestre. Nel giugno del 1957, a soli due anni e mezzo dal suo primo avvistamento (racconterà poi di averne avuti in tutto circa 70, in diverse parti del mondo) pubblicò sue spese il suo primo rapporto sugli Ufo, dal titolo “Svelato il mistero dei dischi volanti”.
In quel primo libro, che egli dedica simbolicamente ai Deputati della Republica italiana, Perego mostra di aver già compreso appieno non soltanto la dimensione e l’importanza del fenomeno, ma anche le infinite implicazioni sociali, politiche, religiose che sottendono al fenomeno Ufo. In assoluto anticipo sui tempi, insomma, quando ancora la parola “ufologia” non era utilizzata, egli introduce nel dibattito ufologico, concetti che saranno ripresi solo cinquant’anni più tardi, quali per esempio la relazione tra gli avvistamenti Ufo in tutto il mondo e la delicata situazione internazionale durante la guerra fredda, quando il mondo era effettivamente ad un passo dalla terza guerra mondiale sotto la minaccia dell’impiego delle armi nucleari. Perego era ben consapevole che il fenomeno Ufo non fosse solo una questione scientifica, bensì anche profondamente politica, perché riguardava non solo la nostra storia ma anche il nostro presente e soprattutto il nostro futuro.Più volte tentò, invano, di sensibilizzare la classe politica italiana rispetto alla necessità di prendere formalmente atto del fenomeno e di avviare tutta una serie di riforme istituzionali e sociali al fine di prepararsi a quello che lui stesso considerava “il più grande evento della storia mondiale”. Nonostante l’apatia della classe politica, Perego ricevette l’attenzione di molte importanti personalità del mondo politico, scientifico e persino religioso. Tra queste l’allora Ministro delle Forze Armate Giulio Andreotti, il Senatore Angelo Cerica, il Maresciallo dell’Aria Lord Dowding, il Generale della Nato Alfred Gruenther, e persino la Segreteria del Presidente americano John Fitzgerald Kennedy al quale egli volle dedicare il suo terzo rapporto intitolato “L’aviazione di altri pianeti opera tra noi. Rapporto agli italiani”. Amico ed estimatore di George Adamski, con il quale ebbe un intenso scambio epistolare, Perego organizzò nel 1959 con l’aiuto degli amici Mario Maioli ed Eufemio Del Buono, la visita del contattista polacco in Italia, dove tenne numerose conferenze e dove ebbe occasione di incontrare Papa Giovanni XXIII. Nel 1958, forse consapevole della necessità di avere uno strumento e un sostegno Perego fonda a Roma il suo Centro Italiano Studi Aviazione Elettromagnetica, che in pochi anni riunisce attorno a sé migliaia di simpatizzanti e iscritti da ogni parte del mondo, come ben testimoniano i giornali dell’epoca. Perego riceve ogni giorno nello studio del suo appartamento di via Ruggero Fauro ai Parioli decine di testimoni di avvistamenti ufo, gente semplice, che si rivolge a lui nella speranza di essere ascoltata e creduta. In breve tempo diviene così il punto di riferimento dell’ufologia italiana e sempre nel 1958 pubblica il suo secondo libro intitolato: “Sono extraterresti”. In questo secondo lavoro, Perego insiste sull’aspetto socio-politico del fenomeno Ufo e mette i rilievo come questa “aviazione sterna” (così la chiamava) intervenisse sistematicamente per cercare di impedire un conflitto atomico tra le superpotenze, allora e per molti anni a venire, coinvolte nel teso e aspro scenario della Guerra Fredda. Perego cita luoghi, nomi, date dei più importanti avvistamenti Ufo in tutto il mondo, ricostruendo ed analizzando di ciascuno di essi cause ed effetti, tempi e caratteristiche. Fu il primo a comprendere, dunque, non soltanto la realtà del fenomeno Ufo, ma anche la sua attualità. A tali conclusioni Perego giunse non solo grazie alla sua sensibilità politica e alla sua capacità di analisi. Fu senza dubbio stimolato, come dicevo prima, da alcune esperienze di avvistamento vissute in prima persona che influenzarono profondamente la sua vita al punto da dedicarla in modo esclusivo e quasi ossessivo allo studio e alla divulgazione della verità sulla presenza extraterrestre.
Il coinvolgimento in “Amicizia“
Ma ciò che forse segnò più di ogni altra cosa la sua visione del fenomeno Ufo fu l’entrare in contatto con quel sodalizio di persone (noto solo a pochi fino a qualche anno fa) che tra gli anni ’50 e la fine degli anni ’70, asseriva di essere in contatto con alcuni gruppi di extraterrestri aventi diverse basi segrete sotto il suolo italiano. Questa vicenda, oggi nota con il nome di “Amicizia” grazie al libro pubblicato nel 2007 da Stefano Breccia su indicazione dell’amico scomparso Bruno Sammaciccia, all’epoca era totalmente sconosciuta alla stampa ma certo non a Perego che già nel suo secondo libro aveva pubblicato in anteprima assoluta straordinarie foto di Ufo provenienti da Pescara, delle quali egli era entrato in possesso proprio attraverso i protagonisti della vicenda di “Amicizia”. Ma a denunciare il profondo livello di coinvolgimento di Perego nella vicenda non vi sono soltanto le foto da lui pubblicate nei suoi libri. Egli, infatti, dimostra di conoscere dettagli riguardanti le loro basi sotterranee, la loro strategia di intervento rispetto alle crisi internazionali, addirittura riguardo alla loro fisionomia fisica e ad alcune delle loro caratteristiche morali e filosofiche. Caratteristiche e dettagli di cui noi, oggi, possiamo confermare l’esattezza grazie ai raccconti dei testimoni, come Gaspare De Lama, che dopo cinquant’anni di silenzio hanno scelto di parlare. Ci troviamo, insomma, di fronte ad un personaggio chiave della storia dell’ufologia italiana, un uomo che non solo visse e fu testimone di eventi eccezionali, ma che fu anche capace di interpretare quegli eventi alla luce della sua straordinaria sensibilità politica, cercando sempre in essi un significato più profondo della semplice evidenza fenomenica.
L’eredità di Perego e mie riflessioni
Perego fu insomma un uomo moderno, contemporaneo, capace di intuire prima e meglio di altri la straordinaria importanza e soprattutto le conseguenze di un fenomeno che oggi si impone prepotentemente al Mondo intero.
Fu per questo anche un uomo molto incompreso e mortificato da una società che forse non era pronta a fare i conti con una realtà così complessa e “rivoluzionaria”. Ma ciò che rende Perego una figura di straordinaria importanza nella storia dell’ufologia italiana è la sua capacità di aver portato la comprensione del fenomeno ufo ben al di là del semplice dibattito accademico o scientifico sull’esistenza o meno della vita extraterrestre. Aver proiettato il problema in una dimensione politica, o meglio ancora, socio-politica permettendo una rapida evoluzione nella comprensione del fenomeno. Precursore dell’esopolitica in un tempo in cui si era appena iniziato ad utilizzare l’espressione “dischi volanti” e “Ufo”, egli costituì, di fatto, l’avanguardia di un’intera scuola di pensiero che oggi si va sviluppando, soprattutto all’estero, verso una comprensione più larga del fenomeno Ufo. Egli tra l’altro fu il primo in Italia ad utilizzare in uno dei suoi libri l’espressione “congiura del silenzio”, così come fu uno dei pochi, se non il solo, a schierarsi dalla parte di una ricerca ufologica dalla marcata impronta etica, morale, e civile. Non è un caso se Perego apprezzasse così tanto la figura di Hermann Oberth, il fisico rumeno che osò sbattere la porta in faccia al Presidente degli Stati Uniti per ribadire la sua convinzione ad utilizzare l’energia atomica per i soli scopi pacifici e non militari.E non è un caso se Perego stesso espresse, al contrario, parole molto dure nei confronti del Prof. Allen Hynek (da molti considerato il padre dell’ufologia moderna) quando in un capitolo del suo ultimo libro “Gli Extraterrestri sono tornati” lo definì testualmente “Il più celebre tra i pezzenti della storia”, a causa della sua ambigua vicinanza con gli ambienti militari statunitensi. Per Perego l’ufologia doveva dunque proseguire sulle orme di Oberth, non di Hynek, e questo dimostra ancor più la sua carica morale, la sua voglia di mantenere la ricerca ufologica sui binari dell’indipendenza da ogni forma di potere, al servizio dello sviluppo sociale e culturale di tutta l’umanità. Per questi motivi dispiace ricordare che proprio questa figura di spicco della storia culturale del nostro paese, fu lasciata cadere, ben prima della sua morte, in un vergognoso oblio. Oblio non soltanto personale, tanto che di lui, quando cominciai a scriverne la biografia, non si sapeva assolutamente nulla, neanche quando era nato e quando era morto, ma anche un oblio intellettuale, tanto che le sue opere non sono state mai ristampate, né in Italia né all’estero. Ogni volta che rileggo i suoi libri non posso fare meno di pensare a quale ruolo avrebbe oggi il nostro paese nello scenario ufologico internazionale se invece di relegare lui e le sue teorie nell’oblio, l’ufologia italiana avesse continuato sulla strada tracciata da Perego. Di certo oggi di esopolitica di parlerebbe molto di più in Italia, e all’estero guarderebbero alla ricerca che si fa nel nostro paese in questo campo sicuramente con maggiore rispetto e ammirazione.
Ivan Ceci